Trattasi di sconosciuto studente lombardo sul cui blog siete finiti per caso, che scrive cose per i seguenti motivi:
- così, poi, se le ricorda.
- Perché vuole imparare a fare divulgazione scientifica e pensa che la ricerca abbia principalmente il senso di far imparare cose al ricercatore, e se queste cose il ricercatore se le tiene per sé la gente va avanti a votare Berlusconi.
- Perché qualunque cosa gli venga in mente di fare non la fa, e se la fa si stufa appena non gli viene bene come voleva, quindi, in breve, almeno, voleva imparare a usare un blog.
Lo studente ha appena mentito perché attualmente è ufficialmente considerato “disoccupato”, fatto che lo ha fatto impallidire ammorte appena lo ha scoperto; era studente fino al 17 ottobre 2014 (di fisica teorica, a Pavia con contorno di Erasmus ad Aveiro, Portogallo) e lo sarà ancora dal settembre p.v., di neuroscienze, a Edimburgo, Scozia, con contorno di Friburgo, Germania.
Cose che mi piacciono:
- La fisica matematicamente elegante.
- L’intelligenza artificiale.
- L’orario Grippaudo.
- Il fatto che il tuo cervello sia in grado di ricevere fotoni in una certa configurazione prodotta da minuscole goccioline di inchiostro disposte in forme grandi meno di 1/1000 del tuo corpo, assorbirli, elaborarli e trasformarli in vibrazioni di diversa intensità, tono, ecc., in modo che facciano vibrare una parte del corpo di un altro essere uguale a te in tempo reale, questo essere interpreti (in un senso da specificare) questi suoni nello stesso modo in cui tu interpreti i fotoni, ed eventualmente possa emettere goccioline dagli occhi, oppure suoni inarticolati accompagnati da apertura sguaiata della bocca, in sola conseguenza di come sono disposte le macchioline nere sulla carta.
- L’unione europea.
- Altre cose che adesso non mi vengono in mente e aggiungerò poi.
La colpa di molti dei suddetti punti è di un ensemble di macchioline aperiodicamente disposte secondo le indicazioni di un insieme di molecole aperiodicamente disposte che compare nella foto seguente, insieme a un altro composto che, per ragioni ignote, mi è stato insegnato a chiamare me.