Il concetto di bellezza matematica è molto apprezzato nelle famose torri d’avorio in cui risiederebbero gli adepti della disciplina. C’è chi potrebbe dire perfino che le torri sono in sé fondate sul concetto di bellezza matematica assai più che sull’avorio (che, vista l’abbondanza di fondi destinati al restauro dei dipartimenti, risulterebbe dispendioso). È un modo per distinguersi dai non addetti ai lavori, per testare lo spiritus mathematicarum…
Ahimé, mi sono reso conto recentemente che, per quanto meravigliose costruzioni matematiche abbiano condotto ad altrettante meravigliose applicazioni (e lo so bene, ché sono un fisico), a volte bisogna rassegnarsi ai celebri contacci. Ho la sensazione, però, che, mentre si può valutare con una certa obiettività cosa sia bello, cosa definire matematicamente brutto sia, forse per ragioni di political correctness, più soggettivo. Per questo il Carnevale della Matematica Settantatré ha per tema bruttezza matematica. Nei rapporti umani sarebbe ben poco corretto discriminare una persona in base al suo aspetto fisico: diamo un po’ di spazio anche alla matematica brutta… Abbiamo la possibilità di vedere che cosa riceve la poco lusinghiera valutazione di “brutto” da parte di ognuno dei nostri esimi partecipanti al carnevale. Per quanto mi riguarda, non mi piacciono affatto certi giochini con i numeri, quelli di aritmetica, soprattutto se hanno a che fare con le cifre (le cifre non fanno il numero, come l’abito non fa il monaco, tranne eccezioni: dipendono dalla base in cui è scritto). Dato il ruolo di ospite del carnevale, però, oggi non posso esimermi almeno dal consueto elogio delle meravigliose proprietà del numero corrispondente al carnevale.
Tanto per cominciare, ho il piacere di ospitare un carnevale contrassegnato da un numero primo (il ventunesimo), proprietà che, disgraziatamente per il tema, aggiunge indubbiamente pregio e bellezza all’ordinale in questione. Mi dicono, inoltre, che si tratta di un numero stellato, il che almeno non dipende dalla base, visto che, analogamente ai numeri triangolari, quadrati, esagonali, eccetera, è una caratteristica di come possono essere disposti settantatré oggetti.
La primalità di 73 gli ha permesso di comparire in un esperimento assai particolare: il messaggio inviato dal radiotelescopio di Arecibo nel 1974 fuori dal sistema solare. Per far sì che fosse intuitivo, anche a per una civiltà che non sappia nulla della nostra, che il messaggio andasse disposto in un rettangolo (come un’immagine), era necessario che il numero di bit trasmessi fosse il prodotto di due primi, e che questi fossero grandi a sufficienza da contenere l’intero messaggio. I primi di cui parliamo sono 23 e il nostro 73.
Infine – cito da Wikipedia – Sheldon Cooper in persona si esprime sulla bellezza del 73, ovviamente nel settantatreesimo episodio di Big Bang Theory: «Il numero più completo è il 73. Il 73 è il 21esimo dei numeri primi. Il suo speculare (37) è il 12esimo e il suo speculare, il 21, è il prodotto di 7 per 3.» Un onore soverchiante.
E con questo vi lascio ai contributi dei partecipanti, che, ricordo, sono stati anche inviati su Twitter man mano che arrivavano, da @martopix e con lo hashtag #carnevaledellamatematica. Buona lettura.
- Il celebre Maurizio Codogno invia contributi dal suo blog sul Post, in particolare i problemini per Pasqua (con relative risposte), tratti dal libro Aha! Solutions di Martin Erickson. Poi c’è stato un post storico, Matematica o teologia?, in cui racconta di come la disputa sugli infinitesimi potrebbe avere un sottofondo teologico, con una sfida tra gesuati e gesuiti. Inoltre ci sono tre pillole: Pericolose commistioni, dove racconta che anche negli USA i politici non sono proprio il massimo quando si parla di matematica; un link al Recreational Mathematical Magazine, semestrale online di matematica ricreativa; un buffo esempio di Aritmetica con l’infinito.
- Sempre il nostro .mau. scrive anche sulle sue Notiziole, dove questo mese appaiono un’illusione ottica con una base matematica, Test: Math Optical Illusion; si lamenta di un cartello appeso al Pronto Soccorso dell’ospedale di Monza con Matematica ospedaliera; parla di un gioco che lui non crede nessuno abbia provato davvero a fare, Venti domande; la recensione di un ebook della collana Altramatematica, Racconti matematici di Spartaco Mencaroni (altro contribuente a questo carnevale); quella di un libro ormai introvabile, Uno studio in grigio di Augusto Gamba; e quella di un libro di un paio d’anni fa, Pinocchio nel paese dei paradossi di Alessio Palmero Aprosio. Infine, un’altra recensione di un librino di Altramatematica: Partition, un’opera teatrale di Ira Hauptman, tradotta da Martha Fabbri, su Hardy, Ramanujan… e Fermat.
- Tra i primi contributi (scusate l’ordine sparso) arriva quello di Annalisa Santi per il blog Matetango, intitolato semplicemente, con un omaggio al film di cui si è molto parlato, Matematica, la grande bruttezza, che ripercorre le avventure contenute nel mago dei numeri di Enzensberger.
- Segue, da Dioniso Dionisi del blog pitagora e dintorni, La matematica è bella o brutta? Ovvero, la scala di tredici semitoni di Bohlen-Pierce. Una sorta di dialogo platonico (ma con Pitagora) a tema musicale.
- Spartaco Mencaroni mi scrive «Fatto. Brrr che brutto contributo. Eh, ma che volevate? È perfettamente in tema, perbacco!» Non anticipo nulla, ma naturalmente, nonostante la modestia dell’autore, vale una lettura.
- Roberto Zanasi, sul prooof (non mi ricordo mai con quante “o”), ci invia un’applicazione del teorema egregium di Gauss che è molto utile per… mangiare la pizza con le mani.
- Leonardo Petrillo, dal blog scienza e musica, ci manda un lungo articolo dedicato all’interessante biografia del grande matematico francese Charles Hermite e ad alcuni dei suoi notevoli contributi alla matematica.
- Due recensioni dei libri di altramatematica arrivano da Paolo Alessandrini: “Cerco un centro” e “Identità: ascesa e decadenza di un concetto matematico e filosofico“, sul blog Mr. Palomar.
- Per i beneamati Rudi Matematici, i contributi, raccolti da Alice, arrivano via Piotr, e comprendono: due compleanni (di Weil, che celebra anche l’arte e la filosofia, ma anche lo stupore delle cose fuori dal loro contesto, e di Shannon, che, secondo la Signora non ha avuto molto successo ma a cui è molto affezionata (e io anche, è nato il mio stesso giorno NdR)). Non manca, poi, il problema mensile sui cari vecchi criteri di divisibilità e l’amore del Grande Capo per il criterio di divisibilità per 7. Un Quick&Dirty geometrico, che ha avuto un successone e fatto giocare tutti i lettori e infine il solito post di soluzione, che anche questo mese ha scatenato discussioni (al solito perché, se il problema non è chiaro, le soluzioni possono variare anche di molto…). Il caro Piotr, che ho avuto il piacere di conoscere alla lezione di Douglas Hofstadter al Salone del Libro di Torino (e sostiene che ci abbia presentati Hofstadter in persona), mi chiede inoltre di confessare pubblicamente la sua colpa nella non-uscita del cosiddetto miracolo mensile, cioè RM di maggio. Lo scusiamo, via, c’era il Salone…
- Popinga, detto anche Marco Fulvio Barozzi, partecipa con Poesia gaussiana (o dell’unicità della fattorizzazione). Si tratta di una composizione sperimentale in cui ogni nuovo verso corrisponde a un numero primo. In teoria è infinita, e consentirebbe di associare dei versi a un qualsiasi numero adeguatamente scomposto in fattori. In realtà, già al verso 29 suscita nello stesso autore il commento “che palle”, ergo, penso – dice lui – sia perfettamente in tema.
- Per DropSea, Gianluigi Filippelli manda Il giardino degli spettraedri, su una relativamente nuova classe di figure geometriche, gli spettraedri appunto, che in questo post prova a definire e a raccontare, seguito da Assassinio nel labirinto: recensione del romanzo giallo del chimico Alfred Walter Stewart con all’interno la soluzione di Bertrand Russell del labirinto di Hampton Court.
- Per finire, Jean Morales, di Torino, devoto curatore di un blog di giochi matematici originali, invia all’ultimo un post: quattro risposte per una domanda formano un quesito a scelta multipla con incastonato un paradosso. Nel post suggerisce di modificare i termini della domanda in modo di dotarla di una risposta.
Sembra che siamo giunti alla fine, se non ho dimenticato nessuno perso nel marasma della mia casella email. Mi scuso per essere stato stringato nelle descrizioni (a volte pedissequamente copiaincollate dalle vostre missive). Ho deliberatamente tralasciato tutte le vostre scuse per ritardi e contributi scarsi: come vedete, il Carnevale non è scarno. Grazie a tutti!
Un saluto a tutti coloro che ho incontrato e non incontrato al Salone del Libro. (Mi sono guadagnato l’autografo di Douglas Hofstadter e quello di Piergiorgio Odifreddi…)
Appuntamento tra trentun giorni per il prossimo Carnevale, che sarà ospitato da Mau sulle sue Notiziole con tema (bellissimo, attuale e importantissimo) la matematica che vi piacerebbe vedere insegnata.