Come sopra. È ufficiale.
Diciamo che la cosa era organizzantesi da mesi, poi con la storia della laurea l’entusiasmo è un po’ scemato e ho cercato di dimenticarmene. Poi mi mandano una mail dall’associazione di Roma dicendo sostanzialmente ahò, ma non dovevi partire a fine mese? Panico. Non mi avevano ancora detto niente di definitivo, almeno da quello che avevo capito io. Mi sembrava che la cosa si fosse allontanata e invece no.
Quindi nel giro di dieci giorni ho comprato il volo (Egyptair, in proporzione alla distanza mi è costato meno che un Ryanair, visto che nessuno vuole fare scalo al Cairo di questi tempi, e in più mi fanno portare due bagagli da ventitré chili l’uno e il pasto a bordo); ho fatto due vaccinazioni e parlato con ventordici medici per saperne di più su altre due (ognuno mi ha detto una cosa diversa, ovviamente). Come se non bastasse avevo prenotato per andare in Spagna quattro giorni (vi scrivo da Granada) e a seguire vado a Roma a vedere la laurea di Alessandro, nonché a parlare con l’associazione che mi manda.
“Mi mandano” o meglio, ho chiesto io (e pago) in un sobborgo di Dar Es Salaam a insegnare matematica e scienze in una scuola. Potete leggere il blog (in spagnolo, non ditemi che non lo capite) di un ragazzo che ha fatto la stessa esperienza. Pare che l’insegnamento in sé sia una causa un po’ persa, ma l’esperienza valga la pena. Vi farò sapere come me la cavo. Non sono sicuro di essere all’altezza, comunque qualcosa mi faranno fare, no?
Adesso si tratta di fare la valigia, che non è un’impresa semplice considerato che vado in un posto dove non c’è acqua corrente e l’elettricità è un’incognita. Comunque ho già appurato che ci sarà modo di tenerci in contatto con il telefono (e twitter forse, ci sto lavorando); internet sarà più scomodo ma confido di poter pubblicare un post e qualche foto ogni tanto. A presto.
In bocca al lupo: fare esperienza di qualcosa così diverso e lontano ha già in sé il nocciolo dello scopo.
tanta stima (: